IMPIANTO GDC > Caratteristiche
dell’impianto
La struttura di sostegno ideale, è formata da pali
in cemento pre-compresso di sezione 8x8 e lunghi 300 cm (500
cm nei casi in cui si voglia predisporre di copertura antigrandine – frangivento
che noi consigliamo vivamente) disposti sulla fila ad una
distanza massima di metri 5. Ad ogni palo viene posto all’altezza
di centimetri 180-190 cm un braccetto tubolare zincato di
250 centimetri di larghezza (foto n°2), composto da un
asse lineare di 190 cm terminante con due appendici laterali
ricurve di 30 cm. Sul braccetto, prendono origine in modo
simmetrico dal centro, tre punti d’innesto “anelli” per
i fili di sostegno (foto n°3): il primo, innestato su
un appendice perpendicolare di 18 cm (foto n°4) a 55
cm dal centro; il secondo nel punto di curvatura a 45 cm
dall’appendice(foto n° 5) ed in posizione terminale
alla curvatura a 30 cm dal punto di curvatura (foto n°6).
Tale tipologia di braccetto, si differenzia dal braccetto
utilizzato nella pergoletta (disegno n° 7), per la presenza
dell’appendice verticale in cui viene fissato il filo
di sostegno del cordone permanente. Tale appendice, (foto
n°4) ha lo scopo di mantenere il cordone permanente in
una posizione sopraelevata ai fili laterali in modo da obbligare
ad una postura arcuata il verso l’interfilare del tralcio
fruttifero (foto n°8) così, da garantire una corretta
formazione dei tralci di rinnovo nel punto di curvatura creatosi
nel tratto adiacente al cordone permanente. (disegno n°10).
Le piante, vengono quindi posizionate sul filare nella maggior
parte dei casi a 1 metro di distanza, instaurando, tra loro,
una forte competizione radicale che ne limiti fortemente
lo sviluppo. I cordoni permanenti, vengono impostati sul
primo filo a 55 centimetri (foto 11)dal centro del filare,
alternando le piante a destra e a sinistra. Così procedendo,
si formano sullo stesso filare due cordoni permanenti che
corrono parallelamente e che costituiscono due pareti produttive
continue (foto 12). Ciascuna pianta deve formare un cordone
permanente di lunghezza doppia rispetto alla distanza d’impianto
sulla fila (se le piante sono a un metro il cordone sarà di
2 metri).
La pianta maschile, viene aggiunta fuori sesto (in rapporto
1 maschio: 8 femmine) creando due cordoni permanenti con
andamento opposto che saranno posizionati lungo il tubo dell’irrigazione
o su un filo al centro del filare predisposto a 110 cm di
altezza (foto 13).
La struttura che si crea, ha lo scopo di favorire:
- una migliore formazione e sviluppo dei tralci di rinnovo
per la produzione dell’anno successivo (disegno n° 10);
- una maggiore penetrazione della luce (foto 14) all’interno
della chioma in grado da incrementare l’efficienza
fotosintetica e di conseguenza l’accumulo di sostanze
di riserva nel frutto (zuccheri);
- il ricircolo dell’aria per la prevenzione dell’instaurarsi
di condizioni ambientali favorevoli all’insorgenza
dei marciumi da Botrytis cinerea in post-raccolta (foto 14);
-l’impollinazione, rendendo più efficiente la diffusione del polline
lungo il filare e tra i filari (disegno 7);
- la meccanizzazione delle operazioni sul filare, con particolare riguardo all’impiego
di macchine per l’impollinazione (foto 15).
|
 |